“AGRATE”
Lungo il cammino cadenzato di questa iniziativa ci siamo imbattuti in questo luogo depositario di cultura e dove l’ ANPI locale ha dedicato la propria sede alla staffetta partigiana Eva Colombo.
Ragionando su quale sarebbe stato il punto di incontro fra il nostro linguaggio e lo spazio che ci accoglie, il pensiero è andato al ruolo clandestino, silenzioso ma fondamentale che le staffette ebbero nella lotta contro l’oppressione nazifascista.
È solito per l’artista anteporre il proprio io e la propria visione della realtà, rivendicando l’estrema libertà di espressione. In questo caso però lo spirito condiviso è stato quello di rinunciare alla propria individualità per un fine superiore. Da qui l’idea di operare senza firma alcuna se non con uno pseudonimo, in clandestinità, esattamente come fecero le staffette partigiane di allora.
Costretti da un’unica misura, presa a pretesto ma identica per tutti, ciascuno di noi troverà il modo di esprimere se stesso con materie, simboli e icone che, pur testimoniandone la singolarità, si uniranno in un unico progetto collettivo.
